Alcuni commenti dopo 463 questionari online e 1920 cartacei. Sommando il numero dei componenti dichiarato nei questionari si ottiene 4494 che rappresenta circa il 24% della popolazione residente nei 7 comuni (18456). Vi è molta differenza tra questionari cartacei e online tra attivi e pensionati: nei cartacei i pensionati sono al 73% (27% attivi), mentre online i pensionati sono il 37% (63% attivi).
Questo divario tecnologico che hanno le persone con più di 65 anni le penalizza doppiamente: non hanno accesso ai molti servizi on line se non con l’aiuto di parenti, amici o patronati; in secondo luogo, sono costretti a fare lunghe code per accedere ad alcuni servizi che ormai si possono fare da casa per via via telematica. Banca, ufficio postale, INPS, prenotazioni visite ed esami clinici, ecc.
Nelle famiglie con 2 o più componenti le risposte dei maschi sono più del 64%.
Il 48% circa delle famiglie vivono in coppia, vivono da soli il 30%, le famiglie composte da 3 sono il 14% e con 4 o più sono 8% circa.
Il 60% degli intervistati abita con il coniuge e i figli, 10% con figli o nipoti il resto con badante, amici o con altri parenti e il 30% da soli. Interessante il numero delle risposte alla domanda “con chi abiti normalmente” che sono 481 mentre le famiglie con 1 componente sono 479. La differenza è perché chi abita con badante, o amico o nipote non li considera della famiglia.
La casa in proprietà rappresenta l’80,6% del totale e dimostra che si fanno sacrifici per assicurarci 4 mura per la vecchiaia. La percentuale degli affitti aumenta leggermente tra i “giovani” [da 16% a 22%].
Le famiglie monoreddito sono il 50%, pari alle famiglie con più redditi. Non ci sono differenze sostanziali tra chi lavora ancora e i pensionati.
Il tenore di vita in media è generalmente buono, ma purtroppo circa il 17% delle famiglie (403) dichiara che il reddito mensile non raggiunge i 1000 €. Quasi il 14% (312) delle famiglie dice che il reddito non basta neanche per le spese ordinarie, e per 1 famiglia su 4 (24% cioè 549) il reddito non basta per le spese straordinarie. Molto dignitosamente delle 403 famiglie con reddito inferiore a 1000€ al mese, solo 188 dicono che il reddito non è sufficiente per le spese ordinarie o straordinarie. Inoltre, ci sono 65 famiglie che non dichiarano il reddito, così come ci sono tanti questionari compilati coscienziosamente nella prima pagina e che hanno assolutamente bianca la seconda pagina stampata sul retro.
196 famiglie (6,5%) hanno ricevuto contributi, 97 dallo Stato, 64 dal Comune, 10 da Con.I.S.A. e 12 dalla Regione. Le famiglie che hanno chiesto prestiti alle banche sono 83, 81 hanno avuto aiuti dai famigliari, 32 prestiti di altro tipo.
I componenti la famiglia sono in maggioranza occupati e pensionati con un reddito (3408 su 4375) per cui in questo campione di famiglie che ha risposto le persone a carico sono 967. Possiamo notare come ci siano ancora alcune famiglie numerose.
La domanda 4.1 per sapere se qualcuno della famiglia ha perso il lavoro o la cassa integrazione causa Covid mette in confusione gli intervistati. 279 rispondono SI, ma quali conseguenze ha provocato riceve 652 risposte. Molto difficile trarre conclusioni.
494 intervistati dichiarano che il reddito non è stato sufficiente per le spese Covid ma solo 49 hanno ricevuto contributi pubblici. 132 hanno chiesto prestiti per tirare avanti. Nel caso di sacrifici si rinuncia al vestiario (625), altro (390), si toccano poco medicinali (12) e alimenti (65). Bisogna dire che i nostri intervistati hanno crocettato molte voci in contemporanea, mentre il modulo ne permette solo una.
Sorprende e consola che il 50% dichiara che il servizio sanitario è buono o molto buono, cui si aggiunge il 36% che lo giudica sufficiente, e solo il 14% lo bolla come scarso.
I rapporti sociali: risponde circa l’80% degli intervistati. Su 2335 risposte 2134 hanno buoni rapporti coi vicini, 1317 hanno amici intimi tra i vicini, solo 504 chiederebbero un prestito, 1419 parlerebbero di un problema personale, 20142 chiederebbero aiuto ai vicini per un malore, 1884 chiederebbero aiuto ai vicini per un impedimento fisico. A parte chiedere prestiti, i nostri intervistati hanno buoni rapporti sociali coi vicini. Ci sono un bel po’ di intervistati (88 - 3,7%), che hanno crocettato “nessuno” per tutte le 6 tipologie.
Una curiosità: quando si deve accedere ad un ufficio pubblico ci sono orari da rispettare, quando invece l’accesso avviene per via telematica gli orari di “lavoro” si distribuiscono su tutto l’arco della giornata, e in parte anche nelle ore notturne. Per i questionari cartacei gli orari si riferiscono all'ora in cui il volontario ha caricato i dati.